Un evento che è entrato nella storia

Significato storico della Rivoluzione Iraniana

Osservato questo corso degli eventi, anche se in modo certamente sbrigativo, resta da porsi un’ultima domanda: che significato dare alla Rivoluzione Iraniana e alle vicende cui abbiamo accennato?

La tensione tra mondo islamico e occidente ha come principale chiave di lettura la resistenza delle società musulmane al cambiamento e alla modernità. La Rivoluzione Iraniana, gli eventi dell’11 Settembre e gran parte dei fatti di cui siamo stati e siamo tutt’oggi testimoni vanno interpretati anche come proseguimento di questo conflitto.

 

E’ indubbio che le vicende iraniane siano state in gran parte una reazione ai traumi della modernizzazione Impregnata di ostilità verso l’Occidente e soprattutto gli Stati Uniti, la missione dei rivoluzionari era promuovere la causa dell’Islam cominciando dal nemico più prossimo, quello interno.

Si è trattato di una risposta alle politiche dello Shah, sostenitore di idee aliene, ostili alla tradizione e fatte circolare da servi pronti a sovvertire la società eliminando la Legge di Dio.

A seguito della Rivoluzione, la Repubblica Islamica ha assegnato alla religione un ruolo politico preminente. Paradossalmente questo potrebbe derivare da influssi del cristianesimo: nell’Islam classico, soprattutto in quello sunnita, questo presenza di una gerarchia religiosa all’interno dello stato non è contemplata in quanto il rapporto con la divinità è questione individuale. Nel pensiero sciita è prevista una divisione tra potere politico e potere religioso. Khomeini interruppe questa tradizione.

Eco della storia

Non è un caso che i religiosi più importanti di allora gli furono ostili. L’Ayatollah aveva studiato Sant’Agostino e vedeva i governi come un artificio dell’uomo: la sua risposta fu creare un governo religioso.

La Città di Dio è rivolta verso l’alto, Khomeini invece guarda a qui e all’oggi: si tratta, come diceva uno studioso americano, di una teologia del malcontento.

Il titolo e l’ufficio di Ayatollah, oggi così familiari, compaiono solo nel XIX secolo. Nel pensiero Islamico unico vero sovrano della Comunità è Dio, fonte di Legge e origine ultima di ogni autorità.

Il governo inaugurato da Khomeini e il ruolo di Guida Suprema – poi ereditato dai suoi successori – sono un’interpretazione contemporanea che non pochi esponenti dello stesso clero sciita considerano deviante.

Ci troviamo di fronte ad un credo che si è fatto Stato e ad uno Stato che fa uso attivo del clero per imporre il proprio controllo e la propria dottrina.