La Politica Oggi

La Politica Oggi

Malgrado la rapida e spesso disordinata crescita degli ultimi 60 anni viviamo ancora in una società immatura. Possiamo solo augurarci che, con il tempo, certi comportamenti non vengano più accettati.

Questo spiega lo scontento verso le istituzioni (Governo, Parlamento, Magistratura), ognuno, a suo modo, responsabile del dissesto nel quale si trova il Paese, come della crisi di rappresentanza politica.

La crisi italiana non è solo dovuta a cattive leggi elettorali, difetti di alternanza o instabilità governativa, ma dall’inquinamento del sistema di competizione politico ed economico che garantisce il corretto funzionamento di un sistema di rappresentatività democratica nel quale la libertà economica è indissolubilmente legata a quella politica.

Questo sistema – che chiamiamo democrazia – si fonda sul principio del merito, lo strumento della delega ed il gioco tra maggioranza e minoranza. Al di là del pensiero corrente, l’unica democrazia possibile è quella rappresentativa: la democrazia diretta e plebiscitaria apre inevitabilmente la strada al populismo, alla demagogia e quindi a forme di dispotismo.

Il problema da affrontare è quello del controllo democratico degli organismi di Stato, ora democraticamente irresponsabili, e della corretta rappresentanza dei cittadini. Per questo è indispensabile affrontare il problema del finanziamento dei partiti, inquinato da tangenti, corruzione e fondi occulti, altrimenti, oltre che a veder falsata la competizione politica, risulterà compromessa anche quella economica.

Il risultato di tutto ciò è un Paese come questo che si trova in gran parte gestito da una classe dirigente non selezionata dalla competizione e scarsamente guidata dall’esperienza.

È nei partiti e in altri organismi dello Stato che si è andato celando il dispotismo. Andrebbero perciò controllati così come i Sindacati, divenuti con il tempo attori politici. Qual è la loro struttura interna? Come si finanziano? Su quali principi si reggono? Come operano e a che scopo? Queste le domande da porsi sapendo che gli articoli 39, 40 e 49 della Costituzione Italiana non sono mai stati applicati o, forse, per essere più corretti, non si sono mai voluti applicare.

Lo stesso percorso andrebbe seguito per la stampa, la radio e la televisione, luoghi ove si annidano monopoli e posizioni dominanti e nei quali spesso circolano diffamazione ed informazione fraudolenta allo scopo di gettare discredito sugli avversari.

Riguardo la Magistratura e le Forze Armate si è assistito ad una perniciosa politicizzazione di questi organi. A magistrati, militari e diplomatici dovrebbe esser vietato l’ingresso in politica. Necessario sarebbe anche rivedere il modo di eleggere il Consiglio Superiore della Magistratura, ormai, in più di un modo, lambito dalla politica. Applicare l’art. 98 della Costituzione.