L’amara conclusione

L’amara conclusione

Rimasi in attesa di un qualcosa da Verona, se non altro due righe di ringraziamento per tutto l’impegno profuso. Dalla nostra politica forse è aspettarsi troppo. Non ho più ricevuto notizie in merito e da allora non ne so più nulla. Lo stesso vale per gli iraniani.

Ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile ed avevamo fatto il necessario per portare a termine la faccenda. La statua è ancora in Iran e l’Italia non ha fatto il minimo passo per cercare di venire ammessa alle trattative sul nucleare. Tutta questa storia mi ha posto di fronte alla miseria, alla piccineria, al provincialismo e, soprattutto, all’inettitudine della nostra classe politica. Non avrò mai abbastanza parole per parlarne male.

Cosa vuol dire da noi occuparsi di politica estera o militare? Vuol dire spararsi. Come possono i giovani seguire le faccende internazionali se persino il Corriere della Sera, che è il più importante dei nostri quotidiani ne scrive appena. I giornali hanno pagine e pagine dedicate a sport, cronaca, moda, spettacolo, cucina e solo qualche colonnina per la politica estera. Come si può pretendere che la gente sia in grado di capire? Sono giunto alla conclusione che la politica estera è termometro dell’imbecillità del Paese.