L’avventura fiorentina
L’avventura fiorentina
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Iniziai con un lavoro di avvicinamento a persone che avrebbero potuto condurmi ad un incontro con lui. Il 12 Giugno del 2013 mi recai a Firenze. Alla Stazione di Santa Maria Novella mi incontrai con Ezio Cartotto, l’amico Galoppini ed un avvocato. Ci recammo dall’avvocato Stefani, che avrebbe potuto esser d’aiuto.
Venimmo ricevuti nel suo studio, arredato da mobili in legno scuro stile rinascimento, che riportava a quel gusto un po’ pesante, tipico degli anni a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Spiegai all’avvocato la faccenda nei dettagli, non omettendo di menzionare le implicazioni positive che avrebbe potuto avere sia per la città che per il Paese. Stefani mi sembrò convinto. Cartotto era entusiasta. Decisero di telefonare a Giovanni Pallanti, già vice-sindaco di Firenze, nonché ex-segretario provinciale della Democrazia Cristiana. Ci saremmo incontrati a pranzo in un ristorante del quartiere.
Una volta a tavola, tra un piatto toscano ed un bicchiere di vino rosso, si discusse del progetto. Erano tutti d’accordo che valesse la pena tentare: la posta in gioco era alta e meritava bene lo sforzo. Ci lasciammo intorno alle tre e mezza. Salutati tutti, mi recai a trovare Guarducci presso la sede del suo Istituto che si trovava lì vicino. Gli raccontai dell’incontro con Stefani e del pranzo con Pallanti. Anche lui disse che avrebbe appoggiato l’iniziativa.