Una crisi geopolitica

Avvento di Nasser e crisi di Suez

Nel 1952, in Egitto, quella stessa miscela di nazionalismo, di gruppi religiosi Islamici e radicali di sinistra che in Iran aveva sostenuto Mossadegh portò al Governo Nasser.

Questi lanciò da subito una sfida agli interessi occidentali e spinse tutta la regione verso forme di radicalismo politico.

Il Re Farouk fu costretto all’esilio. Nel 1956 Nasser annunciò la nazionalizzazione della Compagnia del Canale di Suez.

 

Francia e Gran Bretagna reagirono. Con la collaborazione di Israele si mossero contro l’Egitto scatenando una gravissima crisi internazionale.

Mosca rispose a quello che definiva “un complotto colonialista” minacciando una pioggia nucleare su Londra e Parigi.

Washington, che non era stata avvertita dai suoi alleati, minacciò di affondare la sterlina e negò il proprio appoggio all’azione militare. Questa frattura costrinse Parigi, Londra e Tel Aviv ad abbandonare l’impresa.

In questo succedersi di eventi, Nasser non ebbe alcun peso ma emerse come un eroe agli occhi dell’opinione pubblica araba: era riuscito dove aveva fallito Mossadegh. Divenne così il faro per i popoli della regione.