Il piano orchestrato a dovere

L’intento dell’Arabia Saudita

Il vero intento dei sauditi e dei loro alleati nel decretare il blocco è di fatto motivato dalla volontà di piegare il Qatar alle loro intenzioni e di ridurlo ad uno stato di vassallaggio.

Tra le loro richieste, quella di chiudere il canale televisivo di al-Jazeera, di limitare la loro cooperazione con Tehran, chiudere la base militare turca che ospita sul suo territorio e troncare i legami con i Fratelli Musulmani.

In poche parole, per risentimento all’indipendenza del suo agire sulla scena internazionale, gli si chiede di rinunciare alla sua sovranità.

 

Vorrei ricordare come al-Jazeera divenne la più importante fonte di notizie sulla Primavera Araba per quei milioni di persone che vivevano nella regione. Il Qatar vedeva questo fenomeno con favore e ciò fece infuriare quelle monarchie conservatrici che la volevano silenziare per soffocare una voce che avrebbe potuto influenzare i cittadini a dubitare dei loro sovrani.

La settimana scorsa è stato organizzato a Doha un premio per la moda e tra i vari ospiti provenienti da tutto il mondo si sono visti la principessa Diane Von Furstenberg, la modella Naomi Campbell, Pierpaolo Piccioli e Carla Bruni con il marito Nicolas Sarkozy.

Il giorno prima era stato indetto un ricevimento nel nuovissimo Museo Nazionale del Qatar. Tra i presenti, volati appositamente per l’evento, Johnny Depp, Jeff Koons e José Mourinho. Per arricchirne le collezioni, la casa reale ha stanziato per acquisti di opere d’arte un miliardo di dollari l’anno.

Sarebbe utile sapere che il Paese investe all’estero in molti campi, tra i quali lo sport, la finanza, il lusso, le auto e l’arte. Possiede tra l’altro la casa di moda Valentino e quella di Balmain. I suoi possedimenti immobiliari a Londra sono superiori a quelli della corona inglese.

Tutti questi eventi mostrano un paese alla ricerca di una sua propria identità e di una posizione che lo distingua dai vicini. Per riuscirvi, i suoi strumenti non sono certo quelli dell’Islam radicale e del complotto, ma piuttosto la cultura, la moda, il settore alberghiero, gli aeroporti, lo sport, la salute, l’architettura, la tecnologia ed il progresso sociale.
Dal punto di vista dei rapporti internazionali, il Qatar si è ultimamente avvicinato molto a Washington sperando così di sfuggire alla morsa di vicini spesso ingombranti.

Con questo, spero essere riuscito a farvi capire la parzialità di quell’articolo e chi potrebbe esservi dietro. Si tratta di un perfetto esempio dell’attuale tendenza a falsificare le notizie e va inserito nel contesto di un più vasto conflitto regionale che vede protagonisti l’Iran e l’Arabia Saudita, alimentato in parte dalle ambizioni del giovane principe ereditario Mohammed bin Salman. Forse si tratta anche di distrarre lo sguardo dal brutale omicidio in Turchia del giornalista Jamal Khashoggi.