Tutte le naturali conseguenze

Ripercussioni nel mondo islamico

Nel 1981, durante una parata militare al Cairo, fanatici musulmani assassinarono il Presidente egiziano Sadat.

In Arabia Saudita, Pakistan e Siria si verificarono sollevamenti a carattere religioso.

La lezione dell’Iran non era sfuggita alle classi agiate degli altri Paesi musulmani e alle monarchie conservatrici del Golfo: d’ora innanzi avrebbero dato il loro appoggio a capi autoritari e laici, ostili alle forze del fondamentalismo.

Queste sarebbero divenute nemiche di ogni sollevamento popolare ed elemento di sostegno a tutti i regimi reazionari.

 

Ammaestrati dall’esperienza iraniana e per estendere i suoi margini di manovra, vi fu chi scese a patti con le componenti islamiche: ne nacquero progetti di finanziamento a cause religiose e costruzioni di moschee. I governi di Pakistan, Sudan, Malesia e Bangladesh dichiararono i loro paesi nazioni islamiche e cooptarono le correnti del fondamentalismo. Altri agirono in maniera opposta.

In Iraq, Saddam Hussein si volse contro la maggioranza Sciita nel Paese e fece assassinare il popolare capo religioso Sayyd Muhammad Baqer al-Sadr. Anni dopo, a seguito della Guerra del Golfo, faremo conoscenza con suo nipote Moqtada, capo dell’Esercito del Mahdi. Su ordine del regime, venne eliminato nel Febbraio del 1999 anche suo padre, Mohammed Sadeq.

Nella vicina Siria, Hafez al-Assad, padre dell’odierno Presidente, diede ordine all’esercito di lanciare una violentissima campagna contro la Fratellanza Musulmana. Nel solo attacco della città di Hama si pensa siano state uccise circa 30.000 persone. In Algeria, dopo che il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) aveva trionfato alle elezioni municipali, le Forze Armate intervennero senza esitazione. Dopo 10 anni di sanguinosa repressione, gli islamici vennero inesorabilmente schiacciati. Al potere salì Abdelaziz Bouteflika.